Il Ceo Simone Lo Russo: “Si tratta di un gap più organizzativo che tecnologico. La digitalizzazione deve essere un processo attivato su misura dell’interlocutore”
Manca veramente poco allo ‘start’ dell’anno scolastico. Insegnanti e studenti infatti sono pronti ai ‘banchi di partenza’ per iniziare dopo mesi di lockdown, imposto dal Covid-19, le attività a lungo sospese. E, proprio come è avvenuto per le aziende e i privati, anche gli istituti scolastici si sono ritrovati a un ‘forzato’ utilizzo delle piattaforme digitali. Non tutte le scuole però erano strutturate in maniera ottimale nella gestione della didattica a distanza. Ma ora il gap è stato superato o c’è ancora qualche ostacolo per arrivare al top della didattica 2.0?

“Il corpo docenti del nostro Paese ha reagito in maniera straordinaria vista l’emergenza. Al pari di medici e infermieri in prima linea con il Covid-19, i professori, in termini di didattica a distanza hanno fatto un vero miracolo. Ma, se le università erano già più meno avviate a questo tipo di ‘azioni’, le scuole superiori, medie ed elementari no”. A parlare è Simone Lo Russo, fondatore e amministratore unico di Impianti Spa, system integrator Ict/AV che, dal 1992, opera nel mercato nazionale e internazionale, realizzando soluzioni su misura per aziende corporate, Pubblica amministrazione, Governo/Difesa e operatori telefonici.
“Il nostro sostegno diretto con rinomate università  italiane ci ha mostrato un gap più organizzativo che tecnologico. Le università erano già abbastanza attrezzate con sistemi integrati per riunioni e lezioni a distanza. Le scuole primarie, superiori e secondarie affatto.  I  fondi  ministeriali  hanno  colmato il deficit di tablet e l’avvio di alcune piattaforme ‘commerciali’ di facile acquisizione e uso (vedi Zoom, Teams, etc.) ma, a livello operativo, per un insegnante interagire con una classe ‘virtuale’ non è semplice come partecipare a un meeting online tra colleghi”.


Lo Russo centra l’obiettivo in un momento in cui la digitalizzazione diventa fondamentale e dove i sistemi integrativi Ict/AV devono svolgere un’azione ‘su misura’ per l’interlocutore, sia esso pubblico o privato. “C’è un’enorme differenza fra l’insieme di tecnologie e piattaforme per la comunicazione audio e video che sono spesso utilizzate in maniera totalmente differente. Io distinguo tre macro categorie: la General Collaboration (la classica videocomunicazione tra aziende e privati), la Telemedicina e il cosiddetto ‘Distance Learning’ - prosegue Lo Russo  - I sistemi di video comunicazione commerciale possono essere funzionali a un’azienda pubblica o privata, ma difficilmente potranno soddisfare le esigenze didattiche a distanza. Per un meeting interno, basta avere una webcam di fronte per interagire con i nostri interlocutori. Altra cosa è per un insegnante che necessita di inquadrature diverse per condividere documentazioni e interagire con gli studenti da remoto. Lavorando su questi gap, abbiamo creato strumenti ad hoc con kit didattici che tengono conto sia della piattaforma utilizzata sia della migliore interazione tra docente e studenti, realizzando dei ‘set didattici’ con l’utilizzo di telecamere, webcam, cuffie e sistemi audio certificati rispetto ai principali sistemi di video comunicazione. Molti istituti avevano comprato via web o tramite venditori improvvisati, prodotti  economici del Far East che, oltre a essere mal funzionanti non erano compliant con le certificazioni europee. Offriamo soluzioni ad hoc come per esempio una web camera fissata a una staffa speciale antitaccheggio che ne ostacola la rimozione”. 

Back to School: Strumenti didattica 2.0Articolo Pubblicato su il Sole24ORE

Lo Russo sottolinea un altro fattore importante. Il Ministero dell’Istruzione ha dato, sì, fondi spot agli istituti di ogni ordine e grado, ma a oggi non ci sono linee guida univoche nazionali o una vera e propria pianificazione degli strumenti didattici a distanza. “I fondi e i tablet messi a disposizione hanno dato un grosso aiuto. Ma non c’è stata una vera e propria strategia di sviluppo ‘distance education’. Bisogna consolidare le nostre potenzialità.  Come  Impianti Spa siamo pronti ad aiutare le scuole di ogni ordine e grado a diventare leader della digitalizzazione scolastica 2.0. Molti istituti ci hanno contattato perché le piattaforme utilizzate entravano in conflitto con gli strumenti audio-video,messi a loro disposizione. In emergenza vale tutto ,ma ora bisogna progettare strumenti mirati e lavorare sulla pianificazione. Va bene collaborare con vendor stranieri, ma bisogna far lavorare le aziende italiane che, come noi, hanno già ottenuto risultati performanti ottimali. Facciamo ricadere lo sviluppo e il lavoro su chi lavora sul territorio. Gli strumenti  ci sono, noi ci siamo, conclude Lo Russo, Ceo di Impianti Spa.